Stiamo assistendo in questi giorni ad un batti e ribatti tra i Ministri del Governo sulla possibilità di rimettere in moto quel meccanismo amministrativo per la realizzazione dell’opera. Dopo la secca bocciatura della Commissione Europea nell’ottobre del 2011 e dopo il definanziamento a gennaio di 1,6 miliardi di euro per opera del C.I.P.E., in queste ore si sono rincorse dichiarazioni,retromarce, notizie e smentite tra le pagine dei giornali, generando confusione. Cercando di fugare ogni ragionevole dubbio Jacopo Giliberto, portavoce del ministro Clini ha affermato infine che il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l’iter di legge. Henry Mirrel diceva che la confusione e’ una parola che abbiamo inventato per un ordine che non comprendiamo. Allora cerchiamo di trovare e comprendere quest’ordine.
Apparentemente sembrerebbe archiviata una volta per sempre l’intenzione di riavviare l’iter del Ponte, se non fosse che sono in corso: la procedura per il rilascio della Valutazione d’Impatto Ambientale (16 luglio) e ultima, l’apertura della Conferenza dei Servizi (27 settembre) cioè quell’organismo che dà le autorizzazioni per il progetto definitivo e che serve a semplificare,velocizzare e a non fare arenare il procedimento mettendo d’accordo i soggetti.
Allora di cosa stiamo parlando?
L’opera non è per nulla derubricata, anzi! Come se non bastasse tutto ciò sta avvenendo in un periodo buio per la nostra gente: durante il 3° anniversario dei morti per l’alluvione di Giampilieri,Altolia e Scaletta Zanclea!
Non abbiamo mai creduto che il Governo Monti mandasse in soffitta il Ponte, tutt’al più ci è parso come l’ennesimo atto di obbedienza alla Commissione Europea che inietterà nel progetto trasporti, un capitale di avviamento di 31,7 miliardi di euro, lasciando però fuori dall’agenda il Ponte,ritenendolo non prioritario. Considerato che il Governo nazionale al momento non impegna alcuna cifra, è del tutto evidente che l’intero onere ricadrebbe sulle spalle di investitori privati, sempre più inchiodati al quadro di perdurante stagnazione dell’economia reale, tuttavia rimarrebbe loro il solito espediente di ricavare profitto dalle cosiddette opere propedeutiche e compensative o investire sui i titoli in Borsa o nella “Finanza Creativa”.
Quello che potevano “succhiare” l’hanno fatto, 500 milioni sono i soldi già spesi per consigli di amministrazione, consulenze,studi di progettazione, per i cantieri per la trivellazione del sottosuolo ecc..
Eppure noi avremmo davvero bisogno di cantieri. Cantieri per la messa in sicurezza dei costoni delle colline che franano ad ogni pioggia, dei letti di fiumi e dei torrenti cementificati e imbrigliati da un’urbanizzazione selvaggia.
Cantieri per la messa in sicurezza sismica dei nostri edifici, cantieri per la riqualificazione dei paesi e dei centri storici. Cantieri per la modernizzazione delle nostre reti viarie e ferroviarie.
Un piano per l’Agricoltura che da un lato rilanci questo settore decisivo per l’economia dell’Isola e che dall’altro contribuisca al mantenimento dell’assetto idrogeologico.
Fin qui è stato fatto esattamente l’opposto, i Governi Nazionali e Regionali succedutesi hanno sostenuto un’idea di sviluppo selvaggio, iniquo e insostenibile.
E’ necessario cambiare diametralmente registro insistendo sui nodi principali.
La società Ponte sullo Stretto và chiusa senza alcuna esitazione.
La pianta và recisa alla radice, non possiamo permetterci che questa “idrovora” si rimetta in moto e sprechi come finora ha fatto, risorse pubbliche a favore di cricche imprenditoriali e mafiose.
Non riconoscere alcun debito o penale qualora si recedesse – 300mln di euro circa –
Siamo alle porte di una nuova tornata elettorale in Sicilia e un punto fondamentale della nostra agenda politica è il ritiro immediato della quota di competenza di 100 mln di euro (vedi – Camera dei Deputati – Resoconti dell’Assemblea-Seduta n° 435 del 16 febbraio 2011) che la Regione Sicilia ha impegnato per la realizzazione dell’opera.
Inoltre ci impegneremo affinché il cambiamento avvenga anche in ambito locale. La Giunta Buzzanca ha seminato macerie lungo il suo percorso e nella fattispecie si è distinta come complice di Eurolink e Società Stretto di Messina nell’istituzione dell’Osservatorio (vedi – Accordo Versante Sicilia – Procedure e metodologie per le indennità di espropriazione)
In parole povere, ti scippo, ma t’indennizzo. E in tutto questo, il Comune, si è assurto a ruolo di vero e proprio cane da guardia degli interessi di cricca.
E’ indispensabile spezzare l’intreccio con questo malaffare!
Cambiare si può, e con questa piattaforma torneremo nuovamente in piazza e riempiremo le strade.
Tutto questo però, può inverarsi solamente nella reale partecipazione popolare, che recida le basi di questo modello, piantando l’ultimo chiodo alla bara di quel blocco di potere siciliano che ha trovato nei vari Buzzanca e Lombardo la sua naturale espressione. Noi siamo certi di essere dalla parte dei lavoratori, dei giovani e di tutta quella gente oramai troppo stanca per accettare tutto quello che gli è stato imposto. Per costruire un percorso di partecipazione diretta e democratica occorre rimuovere tutti quegli ostacoli di carattere culturale. Il tempo della delega in bianco è tramontato.
Democrazia significa innanzitutto conflitto, la contrapposizione radicale di bisogni di tanti cittadini contro gli arroganti privilegi di pochi, il nostro impegno insieme ad altri può contribuire a disegnare una pagina nuova della nostra Sicilia, un nuovo modello è possibile anzi… è indispensabile.
Antonio Currò, Direttivo Circolo “Peppino Impastato”
Partito della Rifondazione Comunista – Messina