Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia

Soppressione, accorpamento, tutto e il contrario di tutto per non dire niente.

Si pensa a sopprimere gli enti inutili e fra questi ci va di mezzo un istituto che nel proprio bilancio non è mai stato in passivo.
In un momento di crisi strutturale dell’intero comparto cerealicolo, in cui la ricerca potrebbe dare risposte concrete per il rilancio del settore, si pensa a tagliare fondi e non si dice la verità sui giochi di potere trasversali per il controllo degli enti pubblici.
In una Sicilia guidata da un governo illegittimo, PD-MPA, viene presentato un maxi emendamento che con toni populisti cerca di fare solo consensi vendendo la solita storia del taglio agli sprechi e si getta nel calderone una realtà d’eccellenza della nostra regione.
Ben vengano le iniziative a tutela della Stazione di Granicoltura da parte di amministratori locali e parlamentari regionali ma è necessario spiegare che le ultime iniziative di accorpamento o di soppressione vengono proprio da quel partito che si vanta di difendere il territorio.
Rifondazione Comunista da sempre sensibile ai problemi della ricerca denuncia l’inefficacia di questa operazione affrettata e poco studiata.
Data l’importanza dell’argomento tale decisione non può arrivare con un emendamento in finanziaria, la strada percorribile è quella di fare crescere l’istituto attraverso la sua vera natura, ovvero quella del consorzio fra enti pubblici, con garanzia di continuità nel finanziamento pubblico. Ciò consentirebbe il prosieguo degli studi in corso, l’esistenza in vita della struttura, il mantenimento degli standard occupazionali degli operai e dei ricercatori e un ritorno economico per l’agricoltura siciliana.
Caltagirone, 04/05/2011

Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia

Soppressione, accorpamento, tutto e il contrario di tutto per non dire niente.

Si pensa a sopprimere gli enti inutili e fra questi ci va di mezzo un istituto che nel proprio bilancio non è mai stato in passivo.
In un momento di crisi strutturale dell’intero comparto cerealicolo, in cui la ricerca potrebbe dare risposte concrete per il rilancio del settore, si pensa a tagliare fondi e non si dice la verità sui giochi di potere trasversali per il controllo degli enti pubblici.
In una Sicilia guidata da un governo illegittimo, PD-MPA, viene presentato un maxi emendamento che con toni populisti cerca di fare solo consensi vendendo la solita storia del taglio agli sprechi e si getta nel calderone una realtà d’eccellenza della nostra regione.
Ben vengano le iniziative a tutela della Stazione di Granicoltura da parte di amministratori locali e parlamentari regionali ma è necessario spiegare che le ultime iniziative di accorpamento o di soppressione vengono proprio da quel partito che si vanta di difendere il territorio.
Rifondazione Comunista da sempre sensibile ai problemi della ricerca denuncia l’inefficacia di questa operazione affrettata e poco studiata.
Data l’importanza dell’argomento tale decisione non può arrivare con un emendamento in finanziaria, la strada percorribile è quella di fare crescere l’istituto attraverso la sua vera natura, ovvero quella del consorzio fra enti pubblici, con garanzia di continuità nel finanziamento pubblico. Ciò consentirebbe il prosieguo degli studi in corso, l’esistenza in vita della struttura, il mantenimento degli standard occupazionali degli operai e dei ricercatori e un ritorno economico per l’agricoltura siciliana.
Caltagirone, 04/05/2011