Abbiamo letto, con molta attenzione, la proposta di riorganizzazione del mercato ortofrutticolo avanzata dall’UDC di Vittoria. Indicazioni legittime che rispettiamo, ma che non condividiamo.
Non siamo d’accordo, non per pura scelta ideologica, come sicuramente qualcuno semplicisticamente ci accuserà, ma per una serie di motivi che di seguito elenchiamo.
Nella proposta si parla di costituire una OP, un consorzio di operatori commerciali, come anche di Vittoria mercati srl quale gestore della struttura.
Agli amici dell’UDC sfugge un particolare: il mercato ortofrutticolo di Vittoria non è una struttura di commercio all’ingrosso di prodotti agroalimentari, ma un mercato agricolo alla produzione. Cioè si commercializza un prodotto che viene coltivato a pochi chilometri da questa struttura.
Nel panorama commerciale italiano questa è una rarità, un punto di forza che la politichetta locale e complessivamente regionale ha mortificato fino a renderla impotente.
In quel luogo finora non sono mai state valorizzate le produzioni, tutto è disordinato, disorganizzato, ed a pagare tutto ciò sono esclusivamente i produttori i quali si sentono illusi anche dalle OP locali. A queste ultime non interessa la valorizzazione delle produzioni, ma soprattutto l’accesso alla contribuzione comunitaria.
Nell’agosto scorso Giampaolo Buonfiglio, presidente di Agci-Agrital (Associazione generale cooperative italiane) in merito alla crisi di mercato dell’ortofrutta nazionale dichiarava: “….occorre procedere sulla strada della maggiore organizzazione e concentrazione dell’offerta. E’ necessario lavorare per aggregare la più ampia quota possibile del 70% di frutta che oggi non è organizzata, puntando su Organizzazioni di produttori vere, autentiche che gestiscono realmente il prodotto.”
Queste parole non suonano come una denuncia del fallimento delle OP come strutturate in Italia?
Ma un mercato alla produzione come il nostro, se opportunamente organizzato, non concentra già di suo l’offerta? Ma allora a cosa serve fare l’OP se non a drenare altri contributi comunitari che potrebbero invece essere spesi per rilanciare il mercato?
La proposta di far nascere “un consorzio formato dai commercianti titolari dei box” la riteniamo un evidente strafalcione. Se si vuole L’OP dei produttori con lo specifico compito di commercializzare i prodotti, ci si chiede ma il consorzio dei commerciati cosa dovrebbe fare?
Gli eminenti professionisti che hanno redatto la proposta spieghino come questo consorzio si possa “presentare all’esterno come un corpo monolitico nei confronti della distribuzione al consumo ottenendo maggiore vantaggio competitivo” quanto scritto non entra in conflitto con l’OP?
Condividiamo invece la proposta di far diventare ente di gestione della struttura la Vittoria mercati srl anche perché rispecchia quasi fedelmente quanto da noi elaborato nella proposta di regolamento del nuovo mercato ortofrutticolo presentata nel gennaio 2009 che le associazioni di categoria avevano condiviso ma che da allora è stato messo in un cassetto dall’A.C.
Vogliamo evidenziare che l’intera proposta non guarda assolutamente alla valorizzazione delle produzioni e a come tutelarle dall’omologazione e contraffazione produttiva.
Consigliamo vivamente agli amici dell’UDC l’attenta lettura del secondo capitolo dell’Enciclia “Caritas in Veritate” di Papa Benedetto XVI ne riportiamo qui i passi più salienti: “L’esclusivo obiettivo del profitto, se mal prodotto e senza il bene comune come fine ultimo, rischia di distruggere ricchezza e creare povertà. Lo sviluppo economico che auspicava Paolo VI doveva essere tale da produrre una crescita reale, estendibile a tutti e concretamente sostenibile”. E poi ancora: “Va tuttavia riconosciuto che lo stesso sviluppo economico e` stato e continua ad essere gravato da distorsioni e drammatici problemi, messi ancora più in risalto dall’attuale situazione di crisi”.
Vittoria, 27/11/2011
Davide Guastella, segreteria Rifondazione – Federazione della Sinistra (FdS)