Comunicato  di Matteo Iannitti, Responsabile scuola e università Segreteria Provinciale Rifondazione Comunista.
L’Italia e l’Europa sono attraversate da un ciclo di lotte nell’università e nella scuola. Lotte di rara intensità e che hanno coinvolto studenti, docenti, precari, nell’università e nella ricerca. E’ la crisi economica, sociale e politica in generale e il “modello Bologna” nel quadro della strategia di Lisbona in particolare che hanno suscitato una forte protesta di massa da Parigi ad Atene a Roma. La versione nazionale dei processi di riforma e ristrutturazione del sistema universitario, il 3+2 di Berlinguer, Zecchino, Moratti e Gelmini non si limita ad un crescente taglio dei finanziamenti, ma punta a processi di aziendalizzazione e privatizzazione di scuole e università, rese subalterne e funzionali al sistema delle imprese, in un contesto che vede gli studenti divisi tra fantomatiche “scuole di eccellenza” e corsi di studio dequalificati.
Così i tagli selvaggi del governo Berlusconi corrispondono ad  una opzione strategica per la trasformazione dell’ università pubblica della repubblica in fondazioni di diritto privato la cui gestione dovrebbe essere affidata alle imprese.
A Catania i candidati al rettorato hanno presentato programmi che non riescono nemmeno a sfiorare la superficie delle suddette questioni. Al contrario essi si collocano, con maggiore o minore organicità, dentro il quadro del progetto del Governo e della Confindustria. Alcuni cercano di garantire, con le università virtuose, nicchie di sopravvivenza per gli interessi dei vertici della “Governance” universitaria, disponibili a sacrificare l’ultimo barlume di autonomia ai potentati politici locali.
Nessuno ignora come l’attuale rettore, all’indomani della sua elezione, ringraziasse un arco di politici che si estendeva da Firrarello (PdL) a Finocchiaro (Pd). Un sostegno bipartisan che sembra continuare, almeno tra i giovani “democratici” insorti a difesa di Recca dopo il corteo del movimento degli studenti, che denunciava ancora una volta lo scandalo di Farmacia.
Per Rifondazione Comunista occorre che l’attuale confronto elettorale, assolutamente deludente, cominci a costruire, anche sul terreno delle istituzioni, una opposizione politica e sociale al degrado dell’Università. È ciò ancor più fondamentale all’indomani delle grandi mobilitazioni di studenti, docenti e ricercatori precari dell’Ateneo in difesa del diritto allo studio e ad un lavoro garantito e a tempo indeterminato.
Rifondazione Comunista invita inoltre il Rettore ad usare la campagna elettorale per fornire delle spiegazioni a chi ogni giorno vive l’università, sulle responsabilità del tragico scandalo di Farmacia e sul futuro della facoltà, sull’applicazione dei numeri chiusi, sulla gestione dei tagli, sui veri sprechi dell’Ateneo come la convenzione col giornale La Sicilia.